domenica 15 dicembre 2013

Lettera aperta ad un cittadino lappone

Caro Babbo Natale,
sono sempre io, quella che per anni ti ha scritto che era stata buona e un cane se lo meritava, ma in alternativa andava bene anche la jeep pegperego, e poi non ricevendo nè uno nè l'altra, ha giustamente cominciato a dubitare di te. Dubitavo di te, è vero, ma ci speravo comunque, un po' come un ateo in punto di morte, che spera che le sue convinzioni di una vita siano sbagliate, perchè non può finire tutto così. Poi ho sgamato mia madre alle due di notte e ho capito che la vita tira pacchi clamorosi, altro che regali. E quindi sì. sono sempre io, con quindici anni in più e tanta fede in meno.
Babbo, perchè mi hai abbandonato? Lo so che non ti scrivo da molti anni ormai, ma dicono che se ritrovi la fede, poi sarai ripagato. Quest'anno cambio desiderio. Il cane l'ho avuto, forse quando non lo meritavo più, ma porca vacca quanto rosico per quella jeep.
Caro Babbo Natale,
quest'anno non sono stata buona, e nemmeno l'anno scorso. Ma spero che i punti "stronza di merda" non siano cumulabili, altrimenti devo vedermela con almeno quattro anni di arretrati. E' vero dico parolacce, non vado a messa, non faccio la raccolta differenziata e mangio ancora gli animali, rispondo male a mamma e non pulisco camera, spendo i miei soldi (ma quali?) in birra, fumetti e anelli, faccio finta di parlare al telefono per non salutare la gente, lascio credere alle persone che ancora riescono a volermi bene, che non me ne importi nulla di loro, sono così cinica da risultare cattiva, non riesco a dimostrare affetto se non al mio tanto desiderato cane, ma comunque non so prendermene cura. Sono intollerante nei confronti delle persone, altro che "ama il prossimo tuo come te stesso", ma forse il problema è a monte, perchè io mi schifo proprio. Mettiamo pure il masochismo nella lista dei motivi per cui non mi merito nulla, perchè è comunque una forma di stronzaggine, verso se stessi però. Ma non sono la peggiore delle stronze, non dimentichiamoci che esistono ancora individui che mangiano e non ingrassano, e non sono peggio quelli? Ecco Babbo, se magari riesci a farmi uscire dalle feste natalizie senza chili in eccesso, posso rivedere qualche aspetto di me stessa decisamente poco cordiale, tipo mantenere aperto l'ascensore a chi arriva invece che scappare in preda al panico.Vorrei poi, una cura di autostima, ad alto dosaggio, vedi tu se in pillole o in gocce, basta che non siano supposte. E degli integratori di forza per affrontare la vita, coraggio per non avere paura di farlo, ottimismo per farlo bene, pazienza per sopportare la gente. No, il romanticismo non lo voglio, vivo benissimo con il mio cinismo. Ah, vorrei non avere più a che fare con persone bipolari, disagiate, disperate, con problemi, perchè basta già tutto quello che ho io. Per favore fai sparire la friendzone, che è più auspicabile sposare Gigi D'Aessio che finirci in mezzo. Se magari riesci a curare questa sindrome di Bridget Jones che mi affligge da anni e mi fai vivere la vita con la leggerezza di una bionda sui tacchi che si mette il mascara, e mi regali un toy boy stile Ashton Kutcher, non ti chiederò più nulla per altri dieci anni, fino al prossimo toy boy. Allega a tutto ciò un manuale per imparare a vivere, almeno le basi, scritto semplice, per noi inetti. Vabbè Babbo, chiedo troppo, lo so, in fondo tu non fai mica i miracoli. Mi accontenterei di tre ore di felicità alla modica cifra di 60 euro, giusto il prezzo del biglietto dei Pearl Jam.
Caro Babbo Natale,
quante turbe mentali può avere una ragazza di 23 anni se decide di scrivere a Babbo Natale? Non lo so, io ne ho ancora sette. Il mondo è ancora un posto bellissimo per me, i miei genitori si vogliono bene, o almeno così mi piace credere, i problemi in matematica sono ancora gli unici di cui devo preoccuparmi. La mattina del 25 Dicembre sotto l'albero c'è sempre un cane peluche, perchè quello vero non lo posso avere. Natale è il mio giorno preferito, perchè pranziamo da nonna, che fa la pasta al forno, perchè siamo venti persone in una casa, che mangiano e giocano a tombola per dodici ore di seguito, così in loop. Perchè anche se perdo, non sono soldi miei, ma se vinco posso tenerli io. Perchè siamo chiassosi e rompiamo le palle, e nonno si arrabbia, ma non ci può mica cacciare tutti. Perchè poi domani non è più Natale, e quindi devo essere felice oggi!
Perchè mi andava bene così, riuscivo a stare bene anche solo guardando "Terry e Maggie" o rotolandomi nella neve. E adesso, come si fa ad essere felici, invece?

mercoledì 13 novembre 2013

HAPPY BIRTH-FAIL.

23 anni. 23 anni e fare il punto della situazione, 23 anni e mettere un punto alla situazione. Ma si, mettiamo un punto, altrimenti fare l'analisi logica della mia esistenza diventa troppo complicato. Per non parlare di quella del periodo, ho sempre avuto problemi ad individuare causali e finali della mia vita. 23 anni, sei grande, sei matura, beh lo ero anche a 22, 365 giorni in più possono davvero fare tutta questa differenza? Decisioni, responsabilità, indipendenza, ma forse forse era meglio a tredici anni, quando scrivere " t.v.b" al compagno di classe sembrava la cosa più difficile del mondo. Oddio, forse lo è ancora, per alcuni, per me. Quindi cosa è cambiato? Ah, già, posso votare, bere e firmarmi le giustifiche. Fico. Passeranno altri due anni e saranno nozze d'argento con me stessa, che unione sbagliata, la mia con me. Come posso portare avanti questa relazione, se già le basi sono deboli? Non so decidere nemmeno tra pizza e patatine. Fatemi divorziare, non posso cambiare, il problema sono io non sei tu. Ma  Il compleanno è sempre un punto di svolta. Dopo, infatti, io peggioro sempre. Non a caso a pessimi compleanni sono seguiti puntualmente anni pessimi. Magari però, alla gente vorrei chiedere di risparmiare banalità del tipo" il giorno del tuo compleanno devi essere allegra", e perchè, gli altri giorni non me lo merito? O al massimo di estenderle a "per sempre", che è un augurio migliore e meno specifico. Con la sfiga non si scherza, siate chiari, perchè, con me funziona tutto all'opposto di tutto. Voi mi augurate un giorno di gioia, e io poi passo un anno di merda, e non è nemmeno così scontato il giorno di gioia. Anzi, è quasi impossibile. Io non li capisco i compleanni A parte l'evidente disagio che comporta il "tanti auguri a te" e lo sforzo nel dire " non dovevi!" quando qualcuno ti regala dei soldi (non è vero, dovevi e grazie), non è tutto un po' un controsenso? Sono nata, e già questo potrebbe essere un evento discutibilmente positivo, continuo a vivere di stenti, ansie e paranoie, invecchiando, perchè questo accade, inevitabilmente, biologicamente, irreversibilmente. E secondo voi, dovrei pure festeggiare con spensieratezza? Ma poi auguri per cosa? Gli anni di merda passati, gli anni futuri peggiori? Auguri di che? L'avvicinarsi alla tomba? COSA? Festeggiamo il fatto di essere sopravvissuti ad un altro estenuante anno?! Io ci provo anche a celebrare la mia nascita, ma i miei compleanni finiscono sempre per prendere una piega tristissima o, nel peggiore dei casi, catastrofica! Da quando a sei anni sfondai un passeggino per le bambole finendo di culo a terra (complimenti per la furbizia) non ricordo un cinque novembre che sia filato mai del tutto liscio. Dopo il culo a terra è stata la volta della testa, e mica una botta leggera, ricordo delle radiografie e probabilmente danni riscontrabili ancora adesso, ci fu il compleanno-panico da divorzio dei genitori, ci fu il compleanno " regaliamo un pigiama a Claudia.", lo so, non vale, ma che regalo di merda è un pigiama?! I compleanni " mio padre non mi telefona", quelli " mi telefona e mi fa i cazziatoni" e ancora i " era meglio se non mi telefonavi". Il compleanno " invitiamo a casa un  polacco e prendiamoci un palo gigantesco" (ok, questo è stato tragicomico), e poi i miei preferiti,  cinque anni di sfiga di seguito, che dopo i diciotto, ha ragione mio cugino, è solo una lenta ( manco troppo) discesa verso la morte.  Tra febbre, denti scheggiati, giramenti di palle, litigate violente, vodka russa, vodka russa finita tutta nel water esattamente tre minuti dopo, Pink a tutto volume ( che merda), arrivo al cinque novembre del 2013 e penso: Claudia, non è cambiato nulla, e tu non cambierai. L'unico proposito è non fare propositi, che poi non li mantieni, ed è anche peggio (Senso di colpa > Negligenza). Compra il vino e ubriacati. (Ah beh, un proposito sono riuscita a mantenerlo.)

mercoledì 2 ottobre 2013

Questa è una denuncia sociale.

Dopo l'ultimo post di cinque mesi fa, ho capito che la tristezza non mi si addice per nulla, anzi la mia prorompente personalità trova il suo habitat nell'odio rancorso, quello covato dentro per troppo tempo che poi esplode vigoroso inondando chiunque mi sia, anche solo per sbaglio, capitato a tiro dal salumiere tre settimane prima. L'odio mi rende felice come una bambina sull'altalena, che a furia di fare su e giù è totalmente inebriata ( per non dire rincoglionita) da quel dondolio continuo. Ma voi il mio odio ve lo meritate, ci tengo a precisare questo dettaglio, che potrebbe sfuggire a molti, tipo qualcuno che mi da dell' " intollerante". Zia, ( non è uno slang alla J-ax, è stata mia zia ad accusarmi INGIUSTAMENTE) io non ho problemi ad ammettere la mia intolleranza, chiamiamola pure allergia, è la gente che non si rende conto di essere insopportabile! Quindi niente, questo è principalmente un post di denuncia sociale, e probabilmente ne servirebbero altri sette per esprimere appieno e in modo completamente esaustivo le ragioni del mio odio e  le categorie di persone che non sopporto, che ora brevemente riassumerò con "tutte". Comunque non mi aspetto di essere compresa, non me ne potrebbe fregare una mezza sega, anzi! Voglio solo che sappiate che il mio odio è motivato da quello che dite, fate, pensate, guardate, leggete, postate, seguite, scrivete, studiate, partorite ( metaforicamente e non), respirate, vivete. Quelli che non capiscono come si possa odiare la gente, sono proprio al primo posto nella mia lista " persone a cui auguro la peste nera". Bene io non capisco come si possa AMARE la gente, basta guardarsi intorno per detestare ogni momento ipocrita passato a condividere situazioni con le persone e, di conseguenza, le persone. I vicini di casa nell'ascensore che in sei piani ti chiedono biografia, curriculum vitae e testamento, l'ex compagna di classe pettegola che pur di sapere cosa ne è stato di te assumerebbe ventuno spie da mandare in tutte le regioni e una a Londra, perché adesso va comunque un sacco vivere nella city, in particolare mantenuti dai genitori perché alla fine, siete tutti li per imparare la lingua. I ferventi cattolici che alla tua confessione di ateismo sono pronti ad allestire un esorcismo manco fossi il diavolo e stessi sgozzando capretti morti indossando un crocifisso capovolto, ma che poi non sanno spiegarti nulla, perché è fede, e la fede non si spiega. Le persone che si chiamano " amò " e " tesò", ancora di più se sono due amiche, cristo, i vostri genitori dovevano chiamarvi " figlio 1 " " figlio 2 " "figlio scemo". Ovviamente, una persona che trova l'odio così confortante non potrà di certo apprezzare manifestazioni d'amore ostentate e non necessarie, quindi per carità, non limonate in pubblico, non palpeggiatevi, non ufficializzate le relazioni su facebook, non postate foto delle vostre lingue che si toccano, che non sembrate teneri, fate vomitare. Non esprimete stati di gioia accompagnati da cuoricini, che la gioia degli altri fa rosicare tutti, anche se nessuno lo ammette, e tanto poi vi cornificano. Ai concerti, alle sagre di paese, in fila alle poste, sul Titanic che affonda, non dovete necessariamente mostrarvi come un organismo unicellulare che ostacola chi cerca di passare o salvarsi la vita e non annegare nel mare di cuoricini che sprigionate da ogni poro e che fa sembrare il sacrificio di Jack una cosa da nulla in confronto. A tal proposito odio Rose, vacca egoista che lascia morire DiCaprio così, manco n nascessero ogni anni fighi come lui, odio Padmé nel terzo film di Star Wars che preferisce crepare di dolore d'abbandono piuttosto che crescere i figli, ho capito che Anakin era un gran bel manzo, ma il lato oscuro evidentemente lo soddisfava meglio di te. Odio Evelyn di Pearl Harbor che da infermierina ingenua finisce per bombarsi prima uno, poi l'altro, e poi di nuovo il primo. Troia. Per non parlare della timida Joey Potter che Pacey proprio non se lo meritava, e odio Dawson Leery, che a furia di non sopportarlo sono diventata come lui: pesante. Ah, odio tutti quelli che ritengono uno spreco di tempo inutile guardare film. No, frequentarvi lo è. Come è inutile frequentare quelle stupide femmine che traggono i loro insegnamenti di vita e d'amore solo da commediole romantiche con lieto fine, e non riescono proprio a capacitarsi del fatto che sia una donna come loro (nemmeno io me ne capacito). Quelle il cui unico scopo è trovarsi un uomo che dia un senso alla loro vita. Non capisco, gli estrogeni vi rendono stupide? In generale odio le donne, il loro bisogno di relazione, famiglia, bambini, amore, coccole, tacchi alti, che io non riesco a provare nemmeno durante la sindrome premestruale, quando l'unico bisogno che sento è quello di ingozzarmi. Odio che spesso rendano reali gli stereotipi che i maschi ci costruiscono attorno e che quindi, brutte oche, ce li meritiamo tutti. E per carità smettetela di mandare baci nelle foto. Odio le donne con le hogan, e gli uomini con i mocassini. Odio gli uomini che da soli sono maturi e sensibili e in gruppo si comportano come se avessero un unico neurone e che attivano le sinapsi al grido di un solo messaggio: figa! E odio quelli che non ti fanno mai capire niente, e poi alla fine è colpa tua che non hai capito. Se siete bipolari state alla larga, perché lo sono pure io. Se cercate un'amica femmina, sono già prenotata da adesso ai prossimi venticinque uomini che incontrerò nella mia vita, con un un terzo dei quali  probabilmente vorrò fare sesso. E loro no. ( Ci vuole chiarezza). Odio quelli che cercano personalità in una donna senza specificare che per loro significa portare la 38 e avere il culo anoressico. Odio quelli che non rispettano i miei spazi quando dico chiaramente " non mi rompere i coglioni". Ma odio pure quelli che li rispettano troppo a lungo e non capiscono quando invaderli. Eppure oh, non sono una persona tanto complicata da capire, no? Odio quelli che disegnano cuori nei cappuccini, li fotografano e poi, forse, li bevono. Odio le persone sempre felici, o nascondono qualcosa o sono totalmente stupide, altrimenti non sarebbe possibile trarre costantemente gioia dalla vita. Odio quelli che devono pianificare le giornate nel dettaglio, coinvolgendo te e tutti quelli che si trovano intorno. Io preferisco sia la giornata a pianificare me. Odio le persone che mi fissano intimorite, come se avessi un drago al guinzaglio, quando passeggio con il mio educatissimo cane che, essendo nero, ovviamente, mi rende una ragazza poco affidabile. Infatti è così, ma non per via di Darko. Odio (da " ti auguro una morte dolorosa.") tutti quelli che non amano gli animali, li abbandonano, li picchiano per il gusto di farlo. Certo è vero pure che, se non fosse un  reato, lo farei anche io con voi, ma gli animali non se lo meritano a differenza vostra. Non mi fido di chi non ha per nulla sensibilità nei loro confronti, al contrario apprezzo molto chi li preferisce alle persone. Non è un modo di dire, sono decisamente meglio di noi. Odio gli ipocriti, quei sorrisi falsi, finti interessati, odio quelli che si comportano come se sapessero tutto di te, ti giudicano e si credono anche migliori, e io glielo lascio credere. Odio le persone superficiali, che non hanno interessi, che stanno zitte durante una discussione perché un'opinione non sanno nemmeno come crearsela se prima non gliela suggeriscono Maria De Filippi, Bruno Vespa , Barbara D'urso  e Papa Francesco (se queste persone poi guardano "uomini e donne" auguro loro una vaginosi). Odio quelli per cui se non sei laureato sei uno scarto della società, ignorante e che può solo lavare i cessi di un autogrill. " Eh, ma senza una laurea che speri di fare?", boh, il politico, così poi coglione come sei mi voti. Odio la Santanchè, vorrei che quelle labbra esplodessero creando un buco nero che le aspiri la faccia. Non sopporto i bambini, non l'ho detto? Bene, odio gli strilli acuti, le manine sudate, le vocine, non posso passarci più di un quarto d'ora da sola o rischio attacchi di panico da " un giorno toccherà a me." Ma no, non toccherà mai a me, mi rifiuto di far espellere dolorosamente un essere umano alla mia vagina. Odio la pizza, per essere così buona. Lo so, non è una persona, ma a volte è una cara amica. Odio gli omofobi, gli ignoranti, i convinti. Chiunque creda ciecamente in qualcosa non mi piace, che sia una fede calcistica, religiosa o addirittura una fede politica, vi rende stupidi, non vi fa pensare, siete quasi un peso inutile. A volte non sopporto mia madre e mio padre, per vari motivi, che non sto qui ad elencare. Potrei andare avanti per ore, a scrivere di tutte le persone che odio, ma non ho nominato quella che più di tutte non sopporto e con cui, purtroppo, devo convivere ogni istante della mia vita: io.

sabato 11 maggio 2013

UPSIDE DOWN

Sei mesi di assenza. Una vita di assenza.
Sei mesi in cui si è rovesciato tutto, ogni cosa è sottosopra. Sei mesi fa non sono mesi, è una vita. Lontanissima, un ricordo offuscato, un sogno che svanisce, una diapositiva di rimpianti in bianco e nero che si brucia prima di arrivare alla fine. Chiudi le speranze in una scatola e corri via veloce, i pensieri non devono raggiungerti, i ricordi non devono toccarti. Perditi in qualcosa che non faccia così male, trova una nuova luce da raggiungere, e lascia che ti illumini senza scrutare il vuoto che ti sei scavata dentro. Riempilo, con prospettive diverse, macchie di inchiostro e canzoni incoraggianti. E' tutto finto, tutto vano, ma non lasciare che il vuoto sia vuoto. Che ti divori, masticandoti e poi vomitandoti distrutta. Non sei la bile di te stessa. Non sei uno scarto del tuo passato, non sei un ricordo doloroso, non sei una foto nostalgica. Devi solo andare avanti e cancellare tutto questo. Invece sei ancora ferma, anche tu sottosopra, come tutto, da sei mesi.